CISL FP Belluno Treviso. Un 1° maggio all'Ospedale Ca' Foncello di Treviso per il lavoro e la salute

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Ieri si è celebrato il 1° maggio e, insieme alla festa dei lavoratori e del lavoro, i 75 anni della nostra Costituzione. Per questo la CISL FP Belluno Treviso si è data appuntamento davanti al Ca' Foncello di Treviso per ricordare che la Carta tutela l'indispensabilità del lavoro (Art. 1) e della salute (Art. 32).

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Sul palco è intervenuta Alessandra Boer, da 20 anni operatrice sociosanitaria, che ha rivendicato il diritto alla salute pubblica quale elemento fondamentale per il Paese. Ecco alcuni passaggi del suo discorso.

Cosa siamo? Cosa siamo diventati? Centri servizio impegnati nel prestare servizio in favore della comunità, garantendo la continuità di cura e la presa in carico delle diversificate condizioni di fragilità…fragilità fisica, psicologica e sociale. Non siamo luogo di solitudine e disagio ma siamo luoghi di cura ed assistenza dove si celebra la vita e si cerca di allietare ogni momento per chi ha dovuto lasciare la propria dimora perché non c’erano più le condizioni per poterci rimanere. A noi lavoratori delle Ipab dispiace moltissimo che gli ultimi tragici fatti di cronaca accaduti a pochi chilometri da qui, abbiano in qualche modo screditato il nostro buon lavoro e per questo condanniamo nel modo più assoluto quei comportamenti e prendiamo fermamente le distanze da ciò che non dovrebbe accadere mai.

Ricordiamo però che noi ogni giorno animiamo luoghi in cui la competenza e la professionalità si coniugano con il cuore perché solo con tanto cuore ci si dedica a Natale, a Pasqua ed in ogni festa comandata, alla cura dei nostri anziani ospiti. Negli ultimi 50 anni l’invecchiamento della popolazione italiana è stato uno dei più rapidi tra i Paesi maggiormente sviluppati, le cause sono essenzialmente due: l’aumento dell’aspettativa di vita e la scarsa natalità. Si consideri inoltre che, Su una popolazione residente in Italia di quasi 51 milioni di persone con più di 18 anni di età, si può stimare che oltre 14 milioni di persone convivano con una patologia cronica, e di questi 8,4 milioni siano ultra sessantacinquenni. A fronte di questo siamo pronti a dare risposta ai bisogni della popolazione? No, e il periodo della pandemia, ne ha dato dimostrazione.

● Siamo stati terra di nessuno con mancanza di informazioni, di strumenti e dpi. Dei nostri anziani si sono preoccupati quando in regioni vicine sono cominciati i primi decessi nelle rsa. Ma anche in questo caso l’attenzione si è fermata sugli operatori ed infermieri colpevoli di contagiare gli ospiti delle strutture.

● La competizione tra enti pubblici (IPAB) e privato ha raggiunto livelli preoccupanti e sta spingendo le IPAB (va ricordato che il Veneto resta l’unica regione che conta 78 enti nel territorio), a trasformarsi in fondazioni o, peggio ancora, ad appaltare interamente l’assistenza alle cooperative, sempre pronte a correre in soccorso.

● Alla mancanza di personale, soprattutto infermieristico, la Regione Veneto risponde con l’oss con formazione complementare. Rammentiamo che vent'anni fa era nato l’oss specializzato, meglio noto come oss con la terza "s", lavoratori che in quegli anni hanno investito tempo e denaro per la formazione, hanno ottenuto una qualifica che da sempre è rimasta in un cassetto. Auspichiamo che lo stesso destino non valga per i colleghi che, in questi mesi, si stanno formando. Si consideri che questa nuova figura, al momento, non ha alcun inquadramento giuridico e contrattuale che tuteli i lavoratori.

● Dopo vent'anni di mancate riforme, soprattutto delle IPAB, i lavoratori non credono più che le loro condizioni di lavoro e il loro contratto possano migliorare se non addirittura cambiare e si sta assistendo ad un abbandono di questi luoghi di lavoro.

● Tale consapevolezza, unita alla difficoltà di reperire nuovi OSS, INFERMIERI, FISIOTERAPISTI, LOGOPEDISTI, ASS. SOCIALI, PSICOLOGI, EDUCATORI e anche MEDICI, sta abbassando in maniera preoccupante i livelli di qualità di assistenza degli ospiti delle rsa. Per questo serve intervenire ed auspico che la Regione Veneto faccia presto questa riforma, tutelando anche i lavoratori e facendoli transitare nel contratto della Sanità Pubblica.

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