CISL FP Belluno Treviso. SOS Sanità. Una firma per la salute partendo dalla montagna bellunese

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Non c'è tempo da perdere. È un SOS per la salvezza della sanità in montagna quello lanciato dalla Cisl alle altre organizzazioni sindacali, alla Ulss 1 Dolomiti, alla Provincia, alla Conferenza dei Sindaci, ai coordinatori della Rsa, alle Unioni montane, alle associazioni di volontariato e del terzo settore e alle associazioni datoriali.

L’appello, sotto forma di un documento ricco di proposte e di spunti, è stato inviato a tutti i soggetti interessati e presentato l'11 aprile nella sede di Belluno del sindacato da Massimiliano Paglini, segretario generale Cisl Belluno Treviso, Patrizia Manca, Segretaria generale Fisascat, Maurizio Cappellin, Ssegretario Fnp, e Mario De Boni, Segretario Generale Fp territoriale.

"Ormai non si può più pensare ad una sanità montana senza una vera regia", afferma Mario De Boni, "serve un tavolo permanente territoriale che coordini proposte e provvedimenti in materia di sanità, servizi socio-sanitari e salute pubblica, dobbiamo scongiurare lo scenario in cui la tutela della salute diventi sempre più un privilegio per pochi, invece di un diritto universale".


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E' stata avviata una raccolta firme tra i lavoratori, i pensionati e la cittadinanza tutta, invitata a sostenere con forza le proposte e gli obiettivi presenti nel documento:
  • disporre di più medici, infermieri, personale sanitario e assistenziale adeguatamente formato e valorizzato, riconoscendone il ruolo strategico e adeguando salari, diritti e progressioni di carriera;
  • rafforzare l’assistenza territoriale per dare concretezza alla presa in cura delle persone, dare sostegno ai care-giver, favorire l’integrazione sociale e sanitaria per garantire la domiciliarità e la creazione di centri di erogazione accessibili, riconoscibili, aperti almeno nelle 12 ore diurne; 
  • rivedere l’organizzazione della Medicina generale e pediatrica, assicurare l’operatività di team multiprofessionali con livelli assistenziali; 
  • prevedere minimi obbligatori per tutti i medici che assicurino orari di apertura diffusi per gli assistiti, in particolare se associati in studi medici; 
  • mettere in sicurezza gli ospedali a partire dai Pronto Soccorso e dall’Emergenza-Urgenza;
  • fare realmente delle Case della Comunità una sede in grado di semplificare l’accesso ai servizi, un luogo di partecipazione dei cittadini, del volontariato, del terzo settore; 
  • realizzare gli Ospedali di comunità per consentire la transizione dalla fase di ricovero in ospedale al ritorno alla vita normale; difendere e sviluppare le eccellenze del sistema sanitario pubblico del territorio; 
  • creare condizioni per una maggior attrattività del territorio: edilizia agevolata, servizi sociali per l’infanzia, infrastrutture materiali e immateriali.
"Non si tratta di proposte nate a tavolino, ma di provvedimenti fondamentali a fronte dei numeri impietosi", sottolinea Zingales della CISL FP Belluno Treviso, "numeri che più di ogni parola descrivono la situazione drammatica in cui si trova il territorio bellunese, demograficamente fragile e geograficamente complesso per scarsa densità abitativa e per carenza di infrastrutture e servizi sociali: mancano 250 professionisti sanitari e socio-sanitari e almeno 150 badanti, 40/50 infermieri come minimo “vitale” per garantire la sostenibilità sociale di base, circa 45 medici di Medicina generale."

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Di frammentazione e scollegamento si muore, siamo convinti che sia giunto il tempo di far sentire il peso e la voce della comunità bellunese, per questo invitiamo tutti i cittadini a firmare per sostenere l’appello.

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